TRIORA - Regione LIGURIA Gusta l'Arancione - Itinerari Enogastronomici e Turistici di Qualità

NOTIZIE

Il territorio del Comune di Triora è molto vasto, circa 70 kmq e dai 650 metri s.l.m della frazione di Loreto, si eleva sino agli oltre 2.200 del Monte Saccarello. Il territorio, per lo più ripido e roccioso, è caratterizzato dai terrazzamenti, fino a qualche decennio fa coltivati a grano, le zone limitrofi sono ricoperte da boschi di castagni e querce nelle fasce più basse e da abeti e larici nella zona alpina che è ricca di fiori particolari come le stelle alpine o arbusti quali i rododendri. Nel periodo estivo le montagne si riempiono di mucche, capre e pecore (dalla razza "brigasca" viene prodotta la toma di pecora brigasca, presidio Slow Food) che vengono condotte all’alpeggio. Incredibile è la varietà di specie animali, anche molto rari quali il gallo forcello, il gufo reale, l’aquila reale, il lupo, la marmotta, la lepre bianca e molti altri. Non per niente Triora fa parte dei 7 Comuni che formano il Parco Regionale delle Alpi Liguri. Il Comune di Triora, fa parte da diversi anni dei Borghi più Belli d’Italia, delle Bandiere Arancioni del Touring club italiano e delle Città del Pane. Quest’ultimo marchio è stato attribuito per il tipico pane dalla forma circolare denominato "Pane di Triora", che ha riconosciuto anche il machio De.Co.

DA VEDERE

A descrivere molto esaurientemente la storia e la cultura locale sono gli oggetti ed i documenti esposti nel MUSEO ETNOGRAFICO E DELLA STREGONERIA, posto all’inizio del centro storico nei locali del vecchio municipio. Suddiviso in sei sale, il museo etnografico vero e proprio rappresenta in ognuna di esse un ciclo di vita contadina, riferito cioè al grano, alla castagna, alla vite, al latte, al lavoro nei campi ed infine alla cucina. Interessante la sezione archeologica, dove sono esposti i reperti rinvenuti in varie località dell’alta valle Argentina. In una sala grande al piano strada, mentre l’antico orologio campanario scandisce il tempo, si possono ammirare statuette lignee del Maragliano e dei suoi discepoli, altre processionarie rinascimentali dal corpo finto, arredi nobiliari, antichi giocattoli ed altro ancora. Una sezione è dedicata alla fauna, con numerosi esemplari piuttosto rari, quali il gufo reale, la poiana, l’allocco, l’upupa e la donnola. Una sala è dedicata alla nobildonna cagliaritana Margherita Brassetti, autentica benefattrice del paese, morta in odore di santità e tuttora venerata. La parte più interessante del museo è tuttavia quella dedicata alla stregoneria, ubicata nelle antiche carceri. Non va dimenticato che qui ebbe luogo, negli anni 1587-1589, un processo contro alcune donne, culminato con alcune sentenze di condanne a morte.

DA GUSTARE

Il nome del paese, derivante dal latino Tria ora (tre bocche) sta ad indicare i tre principali prodotti del luogo, ovvero il grano, la vite e la castagna. E’ a questi che si sono ispirate le antiche ricette, gustose eppur semplici. Parliamo delle tradizionali tagliatelle, degli gnocchi, dei ravioli, ma anche dei meno noti bügaeli o dei menun, frammenti di pasta di farina, dei meiötti, con la farina di castagne. Caratteristiche ed appetitose le cosidette paste, ovvero le torte cotte nelle teglie rotonde e messe a cuocere sulla brace. Un posto di rilievo spetta al tipico pane di Triora, u pan rundu, ormai famoso ovunque, grazie al quale Triora è entrata a far parte dell’Associazione città del pane. Nel 1997 la Pro Triora Editore aveva raccolto le ricette dell’alta Valle Argentina in una pubblicazione, Sügeli e bügaeli, nel quale le massaie descrivono particolareggiatamente i loro piatti.